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martedì 9 dicembre 2008
La Grecia in rivolta
Esprimiamo tutto il nostro dolore per l'assassinio di Alexander Grigoropulos, studente quindicenne ucciso sabato notte dalla polizia, ad Atene.
La notizia è stata riportata malamente, in Italia: (quasi) nessuno racconta, a proposito di questa prima rivolta della crisi, che tutto è cominciato durante uno sciopero indetto dalle infermiere per protestare contro i tagli del governo, e che gli studenti di medicina hanno preso in ostaggio il Ministro della Sanità per un'ora per costringerlo ad ascoltarli. Inoltre: gli studenti sono in piazza insieme ai loro professori, le università sono occupate da giorni, persino i pensionati protestano nelle strade.
Vi proponiamo questo articolo di Ulisse Ognistrada, pubblicato su Senza soste che fa un'analisi lucida della situazione:
Con questo editoriale, lo confesso, voglio togliermi alcuni “sassolini” dalle scarpe, che tengo da alcuni anni, perchè credo che l'Italia sia il regno dell'ipocrisia e delle cose non dette.
Cercherò, inoltre, di astrarmi, molto difficile per me, cercando di vedere con occhi non soltano militanti, ma anche da “democratico” che cerca di porsi domande.
Certo farò dei paralelismi tra due paesi, Grecia e Italia, sorvolando sulle analisi socio economiche, che lascio ad altri ma che ritengo, nei fatti di questi giorni, ininfluenti perchè riguardano comportamenti e opportunità e non interventi politici.
Il primo parallelo con occhi di “democratico” me lo ha suggerito un tale, questa mattina al Bar. Davanti agli articoli dei giornali sui fatti di Atene si rivolge ad un amico dicendo “ certo, hanno ammazzato un ragazzino, il governo ha preso e arrestato immediatamente due poliziotti, il ministro ha chiesto pubblicamente scusa e ha rassegnato le dimissioni ( poi respinte - n.d.r. ), in Italia, invece, hanno assolto i poliziotti della Diaz e hanno detto che Carlo Giuliani è stato ammazzato per colpa di un calcinaccio” ascolto interessato la discussione quando l'interlocutore risponde, “anche il Partito Socialista ha attaccato la polizia, ha chiesto le dimissioni del governo, in Italia, per il G8 invece la preoccupazione fu trovare il capro espiatorio e furono i Black Block:I facinorosi che attaccano la polizia. Invece di condannare chi sparò in testa ad una ragazzo”.
E chiaro che il governo greco è un'istituzione formata da un partito lontano da una gestione democratica del potere e della polizia, ma è anche vero che uno stato, membro della UE, ha preso una posizione certa e immediata sui fatti , mentre tutti ricordiamo i giri di parole del governo italiano e, soprattutto, dell'opposizione sui fatti di Genova 2001.
In Italia abbiamo assistito a poliziotti incatenati davanti alla questura per protesta contro chi li accusò e condannò per i pestaggi nella caserma di Napoli, ma non si è mai vista una manifestazione di massa dei partiti della sinistra davanti ad una questura o una caserma, questo perchè si riconosce, anche davanti agli omicidi, una legittimità democratica a chi, negli anni, non negli episodi, ha ampiamente dimostrato di non saper cosa è la democrazia, nemmeno quella che un tempo definivano “borghese”.
Dal punto di vista militante il quadro, in questo parallelismno forzato, e ancora più desolante, per chi come al sottoscritto, poco importa del teatrino politico delle istituzioni e dei partiti.
La rivolta generalizzata in Grecia ci deve insegnare molto. Ci dimostra, in tutta la sua crudeltà, gli errori fatti dal movimento a Genova e dopo. Ci insegna che gli scontri non si concordano con la polizia, ci racconta di quanto fu illusorio e sbagliato l'allargamento del movimento a gruppi lontanissimi tra loro, in modalità e forme della politica, ci dà una visione corretta del concetto di “non violenza”.
Ci mostra come la sinistra anticapitalista greca ( anche quella presente in parlamento ) non si è dissociata dagli scontri e non ha cercato alibi, come fece, invece, Agnoletto a suo tempo.
Ci deve far capire fino a che punto lo stato si può permettere di reprimere e ci insegna come reagire alla crisi.
Ma più di tutto ci mostra un'altra cosa: la rivolta di domenica, che ha portato al tragico omicidio di un 15enne, è nata dalle proteste contro la riforma scolastica del governo greco, una riforma che, se messa a confronto di quella italiana, è una barzelletta, una storiella buffa in un contesto di crisi economica che la nostra generazione non immaginava nemmeno possibile.
In Italia, l'Onda ( che adesso pare più una risacca ) ha speso troppo del suo tempo nell'affermare di essere apolitica e nel differenziarsi dal '68, come se fosse una grave onta, invece di rivendicare una continuità, se non polica almeno morale, con le lotte anticapitaliste che dal vituperato '68 francese hanno rivoltato il mondo per almeno un decennio.
L'Onda, ha inutilmente invocato il Capo dello stato, come se davvero fosse garante di qualche cosa e non uno dei tanti attori ( o burattini ) delle istituzioni economiche nazionali ed internazionali.
Almeno una cosa quest'Onda divrebbe fare propria dall'esperienza del '68, dovrebbe capire e applicare una delle frasi più celebri pronunciate in quegli anni da Ernesto Che Guevara “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”, se così fosse i giovani che oggi scendono nelle piazze contro la Riforma Gelmini doveebbero sentire come proprio il dolore che oggi sentono i giovani greci ed avrebbero sentito il dovere morale di esprimere la solidarietà dovuta, con il linguaggio che li dovrebbe accomunare, la rivolta.
Una cosa mi fa sperare ed è il comportamento tenuto dall'informazione sulla vicenda Greca. Una informazione pilotata che ha chiaramente paura che la Grecia possa simboleggiare quello che la Francia simboleggiò con il suo Maggio.
Repubblica Tv corre a dire che il ragazzo ucciso era di “buona famiglia” e che gli scontri sono creati dalla sinistra estrema che cavalca la protesta.
Il Tg1 nella notizia sulla morte del giovane greco cita testualemnte “ UCCISO PER ERRORE” mentre i due poliziotti sono stati arrestati per omicidio. Come sempre accade la TV di Stato fornisce la versione della polizia ( tra l'altro smentita pure dal governo ) e non cita i testimoni oculari che hanno fatto sì che i due poliziotti fossero arrestati.
Che davvero la Grecia del 2008 sia la Parigi del 1968?
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