Il Duka non cessa di mietere successi e consensi.
dall'Espresso di questa settimana:
Vita da Duka
di Marco Belpoliti
Marco Philopat, una delle voci più interessanti della cultura underground milanese, sbarca a Roma. Lo fa con un libro di memorie e d'attualità, come è d'uso nella sua produzione di scrittore. Il protagonista è Duka, "ironico bardo della controcultura romana", dalla fine degli anni Settanta sino all'attuale desolazione metropolitana. E poiché a Philopat sembrava che le ore di registrazione con Duka non dessero bene l'idea di quello che era stata la vita di questa minoranza oppositiva tra il 1977 e il 2007, imbastisce una storia che fa da cornice al racconto. S'immagina che qualcuno dia fuoco al Corviale, il leviatano edilizio che cinge Roma, e lo renda inagibile. L'umanità che ci vive viene deportata in alberghi e residence vicino a Cinecittà. Qui decide, istigata da Duka, di saccheggiare un centro commerciale con un esproprio proletario in stile anni Settanta. A raccontare la storia è Gerardo, l'amico dal quale Duka si rifugia dopo l'esproprio, iniziando a recitare la sua vita al registratore. E il libro procede su due piani: nel primo, il racconto fantastico-realistico, c'è il vissuto quotidiano; nel secondo, la storia raccontata da Duka. Il punto d'incontro tra i due è una sorta di malinconia, mista di rabbia e orgoglio, che è poi lo stigma della scrittura di Philopat, il cui posto nella nostra letteratura di vita è, da "Costretti a sanguinare" in poi, stabilito: un ricercatore che è anche un ricercato, ovvero auto-antropologia della vita quotidiana vissuta contromano.
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1 commento:
semplicemente FANTASTICO !!!
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