mercoledì 24 settembre 2008

Rubo ai ricchi per...

Lo chiamano "attivista anti-sistema" perchè a Barcellona ottiene 492.000,00 euro in finanziamenti, spiega come farlo prima di fuggire dal paese e destina parte parte dei soldi per pubblicare una rivista in cui dichiara che non verranno restituiti. Gli "istituti finanziari" defraudati sono pubblicati in una lista pubblica: 492.000 euro in due anni da 39 istituti bancari, tramite 68 operazioni di credito.

Lontano, molto lontano da restituire tale cifra, ha impegnato parte di questi soldi per creare una rivista, il cui unico numero verrà distribuito in 150 punti di tutta Cataluña, grazie alla collaborazione di decine di persone, che lo distriibuiranno 200.000 copie gratuitamente. Nella rivista, spiega per filo e per segno, come è riuscito a "rubare", secondo parole proprie, tale cifra a le varie banche coinvolte e annuncia che non lo restituirà.

La rivista, che ha per titolo "CRISIS. Pubblicazione gratuita per sovvertire le turbolenze economiche", contiene, secondo quanto ha potuto sapere "EL Mundo", due pagine in cui il giovane stesso, di 32 anni e che risponde al nome di Enric Duran, spiega come ha ideato la truffa e che ha destinato i soldi, per realizzare la rivista stessa.
Persone vicino all'attivista hanno spiegato che è già fuggito dal paese sapendo che, secondo sue parole, "il sistema giuridico dello Stato spagnolo, partendo da questa confessione, potrebbe accusarlo di truffa maggiore e di insolvenza punibile", reati che prevedono pene fino a sei anni di carcere.



Enric Duran, molto conosciuto nell'"ambiente dell'attivismo, spiega che si tratta di "una azione individuale di insubordinazione al sistema bancario", che ha realizzato premeditatamente per "denunciare il sistema stesso e per destinare il denaro a iniziative che evidenzino la crisi sistematica" che la società "sta cominciando a vivere" e che "provino a costruire alternative rispetto tale società" . Il giovane, che definisce la truffa come "una azione aliena a qualunque tipo di violenza", rivendica il metodo impiegato come una nuova forma di disobbedienza civile.

A partire dalla primavera del 2006, studiando il funzionamento del credito finanziario, inizia a chiedere credito a banche, casse di risparmio e finanziarie facendo credere che doveva sistemare casa e comprare un'auto. Intanto crea una società per poter giustificare determinati investimenti, tipo l'acquisto di materiale audiovisivo per un produttore.

Il vantaggio di richiedere prestiti tramite una società, è che i debiti non compaiono nè nella "storia personale" nè nel CRIBE, il sistema d'informazione degli insoluti del "Banco de España". Per ottenere altri prestiti ammette che si è inventato una professione e "una buona nomea (falsa) e facendo credere che guadagnava, potendo così accedere al finanziamento". Inoltre, aggiunge alcune "chiavi" per ottenere tale somma: "Con una stampante, una fotocopiatrice, delle forbici e nastro adesivo si fanno meraviglie".

Per quanto riguarda i soldi, Enric afferma che dopo aver pagato commissioni, interessi, notai, imposte e spese, rimangono Euro 360.000,00 destinati alla pubblicazione ed altre azioni, per "trarre consapevolezza dalla crisi del sistema" e portare avanti "un ampio movimento sociale che metta in moto altre forme di vivere e di società" distanti dal capitalismo attuale.

Attualmente in località ignota, fa sapere alla stampa che non restituirà i debiti.

(fonte:Chainworkers.)

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