lunedì 19 maggio 2008

PUNK OTTANTA

ecco il testo completo della recensione di Rossella Simone su D Donna di Repubblica:

È la storia del Duka, cantore alterato e romantico della controcultura romana, dal movimento del 77 alla rivolta studentesca della Pantera, al Genova Social Forum del 2001. È un “romanzo d'amore, droga e odio di classe”, come annuncia il sottotitolo, firmato a quattro mani dal Duka e da Marco Philopat, uno che ha fatto la storia del punk italiano e che da qualche anno, libro dopo libro, ne racconta l'epopea. E un intreccio di due sguardi che osservano e raccontano centri sociali, rave, manifestazioni, punk rock. Qualcosa che per essere narrato ha bisogno dell'accelerazione e della pluridimensionalità delle droghe, perché bisogna arrivare all'estremo, allo stremo, al mitologico. Anche se tutto quello che hai è una vita precaria. Racconta il Duka, per cinque giorni e cinque capitoli avvolto nella fiction dove si nasconde Philopat/Gerardo, il giornalista che regista la storia e ne contiene il flusso inarrestabile di parole e di vita.

Philopat, che cosa è questo ibrido che mischia invenzione e biografia?
Io lo chiamo romanzo orale. Mi piacciono le fiabe di strada e conosco la gente che ha vissuto e sa raccontare le rotture sociali e culturali della mia generazione. Come il Duka, che dal '77, quando aveva 15 anni, ha vissuto sulla scena romana tutto quello che si muoveva, da protagonista.

Cosa avete in comune tu e il Duka?
Veniamo da quartieri popolari, io di Milano lui di Roma. Li negli anni '80 i ragazzi venivano falcidiati dall'eroina. Noi due ne siamo usciti grazie a quel sussulto controculturale che è stato il punk.

Il Duka e ingordo di droghe e di griffe...
Nel romanzo c'è molta droga, moltissima, tutta. C'è lo spirito autodistruttivo del no future punk. C'è l'edonismo degli anni '80 con la passione per le griffes e c'è l'amore romantico... Perché il Duka è testimone del suo tempo; vuol capire quello che piace alle pischelle, rifiutare i modelli ammuffiti degli anni '70 e intrecciare il tutto con i nuovi linguaggi e la rivolta dello stile.

Romanzo anche d'amore, dunque?
Piuttosto dell'impossibilità di rimanere fisso dentro un percorso di crescita della coppia, una spinta nichilista che viene fuori sia nell'amore sia nella droga.

E l'odio di classe?
E' quello che ti fa muovere, ti dà la botta di straordinarietà.

Rossella Simone

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